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Quando l’abito fa il ladino
Ricorrenze religiose e popolari: dall’armadio si tirano fuori i vestiti tradizionali, ed è subito festa.
La vita dei nostri antenati era povera, fatta di duro lavoro e piena di stenti: la terra era avara di frutti e il pascolo e la cacciagione rappresentavano gli unici mezzi di nutrimento e di sostentamento. I rari momenti di svago erano legati alle tradizioni religiose e alle feste popolari, un misto di sacro e profano, che creavano un forte senso di comunità e appartenenza. Le ricorrenze seguivano il ritmo delle stagioni ed erano strettamente legate al ciclo della vita: la nascita e il battesimo, i primi corteggiamenti, il matrimonio, la morte. Celebrare le tradizioni oggi significa mantenere in vita parte del tessuto culturale del mondo ladino senza il quale smarriremmo la nostra identità.
Molto più di un costume
In Val Badia la “troht”, il costume tradizionale, fa parte di antiche usanze e permette agli abitanti di identificarsi appieno con la propria terra. Il “guant da paur”, il vestito da contadini ladino è indossato alla domenica e durante le feste da uomini, donne e giovani che se la spassano al suono delle bande musicali e cibandosi di “crafuns da segra”, i filoncini di segala fritti. Che delizia.
Una festa, se non è ghiotta, che festa è?
Feste e sagre, musica e divertimento: ogni occasione è buona, è proprio il caso di dirlo, per assaggiare e degustare i cibi della tradizione come i “crafuns da segra”, molto simili ai krapfen. E dato che sono le ragazze a prepararli, ecco che i giovanotti, con il pretesto di assaggiarne uno, si fanno avanti per attaccare bottone. Del resto, tutto il mondo è paese…
Cufé, il gioco delle uova
La Pasqua e le uova vanno a braccetto da tempo, lo testimoniano i nostri antenati contadini che crearono un gioco, il “cufé”, che permetteva al vincitore un supplemento di cibo, spesso merce rara. A “cufé” si gioca in due e ci vogliono due uova: vince chi riesce a rompere entrambe le estremità dell'uovo dell'avversario e le uova rotte sono il premio. Un gioco che ai bambini di oggi piace un sacco.
Santa Maria dal Ciüf, il Ferragosto ladino
Come tradizione vuole, il 15 agosto le donne e i bambini portano a benedire un cesto ricolmo di fiori ed erbe, i cosiddetti ciüf, ordinati con estrema cura. In ogni cesto, oltre a gerani, fiori di ribes e arnica, laserpizio (ciarí dai ciüf), l'assenzio (aussënt) e il tanaceto (erba dal lat) ci deve essere un’erba medicinale a comporre una M, la emme di Maria.
Gnì de munt, una festa dedicata al bestiame
È San Michele, è la fine dell’estate. Le mucche tornano dagli alpeggi e in ogni paese è festa. Si sentono schioccare le fruste e il suono dei campanacci si disperde nelle strade. La mucca più bella sfoggia una ghirlanda di nastri, fiori e simboli religiosi e tutte portano al collo i campanacci più belli, les tlunches, simbolo della ricchezza del contadino.
Tu scendi dalle stelle, Natale dolomitico
Alta Badia: l’incanto natalizio che riscalda tutti i cuori
Le cime innevate. Sembrano pandori spolverati di zucchero. Le luci notturne. E i paesi che si trasformano in presepi. Ed ecco la festa dell’Immacolata, l’Avvento, San Nicolò. E poi i mercatini di Natale, i canti tradizionali, l’incanto e la gioia. Un senso di pace che tutti coinvolge e che, seguendo la stella cometa dolomitica, ci accompagna fino all’Epifania. Natale in Alta Badia, quando il sogno si trasforma in realtà.
Le Dolomiti, un presepe naturale
Natale in Alta Badia: paese che cerci, festa che trovi. Festeggia con noi!