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Cajincí te ega

Mezzelune agli spinaci

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Se chiedete ad un abitante della Val Badia cosa gli ricordano i cajincí te ega, ovvero le mezzelune ripiene di spinaci, vi risponderà con “i sapori e i profumi dell’infanzia e i pranzi in famiglia”.

Un tempo, infatti, quando la nonna o la mamma portava in tavola il grande piatto pieno di cajincí, conditi con formaggio e abbondante burro fuso, l'aria si riempiva di "buono" e grandi e piccini non vedevano l'ora di servirsi a piacere.

Al giorno d'oggi il modo di servire i cajincí è cambiato, in genere arrivano in tavola già impiattati porzione per porzione, ma il sapore ed il profumo sono rimasti invitanti e gustosi come quelli di un tempo.

Ingredienti

Per la pasta
220 g farina di segale
300 g farina 00
3 uova
Un cucchiaio di olio, acqua tiepida, sale

Per il ripieno
400 g di spinaci
400 g di ricotta
140 g di burro
Una cipolla piccola, un po' di formaggio grattugiato, sale e pepe, noce moscata

Preparazione

Preparare la pasta con gli ingredienti sopra indicati fino ad ottenere un impasto piuttosto elastico. Lasciare riposare per ca. un’ora. Nel frattempo lavare e lessare gli spinaci in acqua salata. Scolare, tritare e condire a piacere con sale e pepe (eventualmente aggiungere un po’ di noce moscata) e una manciata di formaggio grattugiato (40 g ca.).
Imbiondire la cipolla tritata in una noce di burro, mescolare e aggiungere gli spinaci. Lasciare raffreddare ed amalgamarvi la ricotta.
Stendere la pasta in una sfoglia sottile lavorando piuttosto velocemente affinché l’impasto non secchi.
Servendosi di un bicchiere capovolto formare dei dischetti del diametro di ca. 8 cm. Mettere in ognuno dei dischetti un po’ di ripieno (senza esagerare perché poi bisogna piegarli e chiuderli). Piegare a metà – a mo' di mezzaluna - e chiudere uno ad uno i dischetti premendo bene sui bordi.
Bollire i cajincí in abbondante acqua salata per ca. 5 minuti. Nel frattempo sciogliere il burro rimasto in un padellino fino a farlo diventare color nocciola.
Servire i cajincí su un piatto di portata unico o su diversi piatti singoli ben cosparsi di formaggio grattugiato e con abbondante burro fuso e a piacere dell'erba cipollina.
(La ricetta è tratta dal libro “Sapori delle Dolomiti” di Rosmarie Pescosta.)

Suggerimento
Come ripieno sono ottime anche patate bollite, patate e spinaci, rape rosse, funghi o quant’altro la fantasia vi suggerisce.

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